L'Esorcista by William Peter Blatty

L'Esorcista by William Peter Blatty

autore:William Peter Blatty [Blatty, William Peter]
La lingua: ita
Format: epub
pubblicato: 0101-01-01T00:00:00+00:00


Nel momento in cui udì chiudere la porta d'ingresso, Chris era dietro il banconcino del bar, nello studio. Stava versandosi sul ghiaccio una dose di vodka e rimuginando. Rumori di passi. Karl che saliva la scala. Chris prese la sua vodka e si avviò lentamente per tornare in cucina, agitando il ghiaccio con l'indice infilato nel bicchiere. Camminava quasi alla cieca. Qualcosa... qualcosa di terribilmente sbagliato era nell'aria. Come la lama di luce che filtra da sotto la porta di una stanza illuminata, un sottile bagliore di paura s'insinuò nell'oscurità che le avviluppava la mente. Che cosa c'era in attesa dietro la porta? Che cosa?

Non guardare!

Entrò in cucina, sedette accanto al tavolo, bevve un sorso di vodka.

«Secondo me è stato ucciso da un uomo eccezionalmente robusto...»

Lo sguardo le cadde sul libro della stregoneria.

Qualcosa... Che cosa?

Rumore di passi. Sharon che tornava dalla stanza di Regan. Entrò, sedette al tavolo, davanti alla macchina per scrivere. Infilò nel rullo un nuovo foglio di carta da lettere.

Che cosa...?

«Roba da far venire la pelle d'oca» mormorò Sharon, le punte delle dita sui tasti, gli occhi sul blocchetto degli appunti stenografici, posato accanto alla macchina.

Nessuna reazione. Nell'aria, un senso di inquietudine. Chris sorseggiava il liquore con espressione assente.

Sharon ruppe il silenzio con voce bassa, stonata. «Nella M Street e nella Wisconsin Avenue gli hippy hanno messo su un sacco di baracchette, uno schifo. Mescite clandestine. Negromanti. La polizia li chiama "Cani d'inferno".» Gli occhi sempre fissi sul blocchetto, tacque come se aspettasse un commento. Poi soggiunse: «Mi domando se Burke, a volte, non avesse...».

«Shar! Piantala, per piacere!» esplose Chris. «Ho abbastanza guai a cui pensare, con Regan in quello stato! Non lo capisci?» Aveva chiuso gli occhi e stringeva spasmodicamente il libro.

Sharon tornò immediatamente alla macchina per scrivere e per un minuto martellò i tasti a ritmo frenetico. Poi, bruscamente, schizzò dalla seggiola e lasciò là cucina. «Vado a fare una passeggiata» disse, gelida.

«Stai alla larga dalla M Street» le borbottò appresso Chris con malagrazia, senza sollevare gli occhi dal libro che teneva stretto tra le braccia incrociate.

«Sì.»

«E anche dalla N Street!»

Chris udì aprire e richiudere la porta. Sospirò. Provò una fitta di rimorso. Ma lo scatto di nervi aveva scaricato la tensione. Macché, non era vero. Il sottile bagliore tagliava ancora l'oscurità. Sottile, molto sottile.

Escludilo dalla mente!

Chris, tentando di concentrarsi nella lettura del libro, sospirò profondamente. Trovò la pagina. Divenne impaziente. Fece scorrere superficialmente pagine e pagine, leggendo un brano qua e là, in cerca della descrizione di sintomi simili a quelli manifestati da Regan. "... possessione demoniaca... sindrome... il caso di una bambina di otto anni... anormale... quattro uomini robusti per impedirle..."

Nel girare una pagina, Chris sbarrò gli occhi... e impietrì.

Rumori. Willie che tornava con le provviste.

«Willie... Willie?» chiamò Chris con voce atona.

«Sì, signora» rispose la domestica posando le borse della spesa. Senza alzare la testa, Chris sollevò il libro. «Willie, l'hai messo tu nello scaffale dello studio, questo libro?»

Willie diede un'occhiata al volume e annuì, poi si girò e cominciò a tirar fuori la roba dalle borse.



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